martedì 6 novembre 2012

Il sottile piacere del the. Il sereno piacere della birra. O al contrario. Come preferite insomma.

Le cose terrene ed estremamente pratiche. Quello che beviamo, che introduciamo in noi.
Ma due liquidi, il the e la birra, estremamente particolari.
Nessuno dei due è necessario, soltanto l'acqua in questo ambito lo è.
Entrambi si scelgono per il piacere.

Il sottile piacere del the.
Di riscaldarsi dall'interno. Di tenere compagnia a se' stessi mentre fuori piove, mentre si studia, mentre si lavora, mentre fuori c'è l'inverno.
Mentre fuori ci sono le cose, ma noi siamo dentro con noi stessi, con il the.
Il sottile piacere del the bevuto in compagnia, per tenersi al caldo insieme, per significare l'affetto, per passare un pomeriggio con un pretesto valido.
Per sentirsi un po' più soddisfatti alla fine.

Vi sono mille milioni di tipi di the, e sorvolerò su questo. Va bene comunque il the del supermercato per il quale Elisabetta II inorridirebbe, va bene tanto quanto il the di Fortnum & Mason in Piccadilly Lane (dal qual negozio pare che la suddetta Elisabetta II si rifornisca).
Pochissimi (Elisabetta II?) alla fine bevono il the per il the.
Certo io amo il the buono, il the bianco, senza niente di niente, ne' latte, ne' zucchero, ne' limone.
Il the col the.
Il the bianco è buono, speciale, catartico, ma non meno significato avrebbe un qualsiasi altro the.
E, più scarno è, più con l'acqua calda bevo il significato che ci sento dentro.


Il sereno piacere della birra.
La birra si beve un po' meno da soli, ma anche così sarebbe speciale.
La Guinness con contorno di musica scelta, di libri, di un buon film che finalmente ci si gode da soli ("Era un mese che aspettavo!"), di pensieri.
La birra con quella serenità sottile che lentamente ci fa scivolare dentro grazie al suo piccolo segreto alcolico, che separa la testa dal cuore, che disconnette le preoccupazioni, le anestetizza leggermente, cosicchè ognuno sa che ci sono ancora, non le dimentica, non le trascura, ma le mette da parte, le congela per il tempo di una birra, ed ascolta il suo cuore al caldo, ora per un secondo aperto.
E la birra in compagnia. Col contorno di convivialità ed allegria, con gli amici, la famiglia. Con la gioia. Ed il piccolo segreto alcolico c'è ancora, fa ancora il suo lavoro, ma ora la serenità è gioia, è allegria, è pensare "mi siete mancati, mi è mancato tutto questo per il tempo in cui non c'è stato".
E la birra in compagnia va bene anche per le consolazioni. L'anestesia è del dolore questa volta. Per guardare la persona accanto e sentirsi meno soli. Per sentire un po' di aiuto dalla vita (anche se la vita che ti sta aiutando in questo caso si chiama "Alessadro", piuttosto che "Francesca". Ci va bene anche un po' d'aiuto da UNA vita).

E in realtà questo è solo un po' del mio pensiero.
Ogni the, ogni birra, ogni bevanda conviviale ha un significato nuovo ogni volta, istantaneamente nuovo perchè di istante in istante si modifica, col trascorrere del tempo, con la verità del tempo dell'esistenza in quel momento. Con la sua bellezza che abbiamo scelto di celebrare con quel po' di liquido.
La birra, il the, ad ogni sorso in fondo hanno un gusto nuovo.

Ely

Nessun commento:

Posta un commento